Emilia Giusti
ABSTRACT: L’intervento vuole mettere in luce il rapporto tra il mondo tecnologico e la funzione medica. È, infatti, sempre più frequente in ambito ospedaliero il ricorso a macchinari che si sostituiscono all’operatore professionale sia in fase esecutiva che diagnostica. Un esempio è dato dall’IBM Watson, un sistema di intelligenza artificiale, che ha lanciato un particolare programma per oncologi in grado di fornire agli specialisti opzioni di cure basate sulle evidenze o sempre IBM, ha predisposto un algoritmo chiamato Medical Sieve per costruire “assistenti cognitivi” con capacità analitiche e di ragionamento ed una vasta conoscenza medica. In America, invece esiste lo startup Enlitic, con sede in San Francisco, che mira, attraverso l’intelligenza
artificiale ad individuare e prevenire il cancro.
È interessante, di conseguenza, lo studio della responsabilità che ne perviene soprattutto alla luce delle ultime modifiche legislative che hanno investito la materia sanitaria che dalla responsabilità contrattuale per il medico è passata a quella extracontrattuale, distinguendo quindi quando l’errore possa essere ricondotto al medico per l’uso improprio o quando solo ed esclusivamente alla struttura ospedaliera che gestisce ed imposta lo strumento che non ha necessità di ulteriori ausili umani, il valore dei protocolli che recepiscono in ospedale le evidenze scientifiche quando applicati dall’intelligenza artificiale, il consenso all’uso tecnologico, il confronto con altri paesi europei tra cui la Germania.