Patrizia Borsellino
L’articolo realizza l’analisi della disciplina del consenso informato presente nella l. n. 219/2017, con l’intento di porne in risalto la possibile incidenza nell’ampliamento di prassi di cura rispettose dell’autodeterminazione dei malati. T ra le disposizioni di cui viene sottolineata la rilevanza vi sono quelle che sgombrano il campo dalla fuorviante considerazione del consenso informato come adempimento burocratico, per valorizzarne, invece, il carattere di processo calato in una relazione comunicativa, cosi come quelle che creano le premesse per il rispetto dell’autonomia anche del malato inguaribile e prossimo alla fine della fine, oppure quelle sanciscono il diritto del paziente di rifiutare i trattamenti, compresi quelli salvavita. Queste ultime, in particolare, vengono considerate, nell’articolo, suscettibili di imprimere nelle prassi quel significativo cambio di rotta che i criteri giuridici e deontologici, pur già disponibili, non erano risultati sufficienti a realizzare.