di Sabrina Esposito

Dottoressa in Giurisprudenza, Università degli studi di Salerno

L’interruzione volontaria di gravidanza rappresenta un tema di persistente rilievo nel dibattito etico, giuridico e sociale, acquisendo una connotazione ancora più rilevante nel contesto attuale. Nel 2024, la questione è oggetto di incisive riflessioni sia a livello nazionale che sovranazionale, come attestano recenti sviluppi normativi e giurisprudenziali. Tra questi si annoverano la legge italiana n. 56/2024, che all’art. 44 prevede l’inserimento di enti del terzo settore con consolidata esperienza in ambito materno all’interno dei consultori, la riforma costituzionale francese in materia di IVG, e la Risoluzione del Parlamento europeo dell’11 aprile 2024. Questi sviluppi normativi contemporanei non sono che l’ultimo tassello di un mosaico più ampio, che comprende altre importanti innovazioni normative e giurisprudenziali degli ultimi anni, come la legge organica spagnola n. 1/2023, il decreto ungherese del 12 settembre 2022 e la sentenza K1/20 del Tribunale Costituzionale polacco. In tale contesto, l’IVG si configura come una questione di primaria attualità, richiedendo un’approfondita analisi giuridica che contempli le molteplici e spesso confliggenti istanze in gioco.

Le recenti riforme normative in tema di interruzione volontaria di gravidanza nell’Unione Europea